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Disturbi della voce e modalità respiratoria nei bambini


La logopedia, nell'area della voce negli ultimi anni, ha prestato particolare attenzione alla promozione del benessere vocale e alla prevenzione delle alterazioni vocali dirette verso gli adulti, con pochi lavori che trattano della voce infantile. La vita quotidiana dei bambini sembra contribuire all'uso inadeguato della voce nella fase in cui l'apparato vocale è ancora in via di sviluppo. Immersi in luoghi rumorosi, in contesti competitivi, non sempre con limiti definiti da genitori o educatori, i bambini possono sviluppare disturbi vocali, tra cui i noduli che sono le lesioni più frequenti prevalentemente nei ragazzi e nelle ragazze di età inferiore ai 12 anni.

È nell'infanzia il periodo migliore per la diagnosi precoce dei disturbi vocali, al fine di ridurre l'impatto di un'eventuale alterazione e pianificare azioni di sensibilizzazione sull'importanza della comunicazione adeguata e del benessere vocale, per genitori ed educatori che spesso danno poca importanza disturbi vocali.

L'ambiente scolastico è uno dei luoghi in cui i bambini usano la voce intensamente. In questo modo si facilita la raccolta di dati di ricerca che mirano a rilevare e analizzare i cambiamenti, nonché, implementare programmi di rieducazione specifica per i disturbi vocali.

La voce è un processo dinamico, che a sua volta può essere influenzato da alcuni fattori, come: corpo, età, sesso, condizioni sociali, salute e idratazione. C'è anche il fattore emotivo, poiché l'individuo è in grado di dimostrare chiaramente, nel suo modo di emettere la voce, le caratteristiche della personalità, l'integrità degli organi fono-articolatori (labbra, lingua, guance), laringe, casse di risonanza e respirazione.

La pratica della respirazione, nella logopedia, considera gli aspetti della modalità, del tipo e la coordinazione pneumofonoarticolatoria (CPFA), essendo comuni nella clinica dei disturbi della voce, il lavoro con il tipo e con la CPFA, poichè la respirazione toracica genera eccessiva tensione nella faringe e insufficiente apporto di aria, che causa tensione nella regione cervicale e compromissione delle prestazioni vocali.

La modalità respiratoria è la più studiata e trattata dai logopedisti che lavorano nel campo della motricità orofacciale, specialmente nei bambini con pattern respiratorio prevalentemente orale, che presentano una deglutizione alterata, una masticazione inefficiente, ipotonia della lingua, labbra e guance.

La ricerca che studia la relazione tra disfonia, modello respiratorio (tipo e modalità) e alterazione del sistema motorio sensoriale orale ha concluso che il tipo respiratorio superiore è più frequentemente riscontrato nelle cartelle cliniche dei bambini disfonici, e la modalità respiratoria era più correlata ai cambiamenti nel sistema sensoriale motorio orale.

Si può osservare che il lavoro di respirazione può essere inserito nel processo terapeutico nei disturbi della voce, della motricità orofacciale e anche in alcuni approcci finalizzati al trattamento della disfluenza. Anche se il trattamento non si rivolge primariamente a problemi vocali, si può osservare che il pattern respiratorio, considerato prevalentemente orale, determina un maggiore sforzo dell'emissione vocale del bambino, un fatto che può causare un sovraccarico nella laringe e contribuire all'insorgenza del disturbo vocale stesso.

L'abitudine di respirare attraverso la bocca può innescare una serie di modifiche posturali, come ad esempio: spostamento in avanti del tronco, retroversione del bacino, intrarotazione delle spalle e proiezione in avanti della testa rispetto al resto del corpo.

In relazione alla respirazione e al tratto vocale, tra le altre possibili alterazioni, possiamo evidenziare alterazioni occlusali, che si verificano spesso quando la lingua può posizionarsi in modo compensativo tra le arcate dentali, essere completamente adagiata sul pavimento della bocca, o con il dorso innalzato e la punta abbassata per facilitare l'ingresso dell'aria, il che consente alla bocca di assumere la funzione del naso.

In questo modo, si verifica la perdita di contatto delle labbra, che influenza la risonanza e la secchezza dei tessuti laringei e di tutte le mucose del tratto vocale, e ostacola la vibrazione delle corde vocali. Alcuni studi presentano dati sui disturbi vocali nei bambini, con enfasi sui cambiamenti della qualità vocale, aumento dell'intensità e tensione cervicale alla fonazione. Questi cambiamenti possono avere un impatto sfavorevole su aspetti dell'efficienza della comunicazione, dello sviluppo sociale e dell'autostima nei bambini e negli adolescenti.

Sebbene alcuni studi presentino dati relativi ai principali cambiamenti miofunzionali degli organi fonoarticolati, caratterizzati da respirazione prevalentemente orale, pochi studi associano la voce alla modalità respiratoria nei bambini

In questa direzione, partendo dal presupposto che i muscoli che compongono l'apparato vocale sono gli stessi del sistema stomatognatico, è possibile ipotizzare che i sintomi di raucedine e nasalità possano essere inclusi in casi denominati Sindrome del Respiratore Orale (SRO), poichè i cambiamenti posturali e / o della tonicità in questi muscoli interferiscono con l'esecuzione delle funzioni vocali e fonatorie.

L'analisi dell'associazione tra la presenza di disturbo vocale e la modalità respiratoria può contribuire, in ambito logopedico a comprendere meglio il meccanismo che integra questi due aspetti, favorendo una migliore pianificazione di azioni di terapeutiche o di promozione della salute e prevenzione dei disturbi in età pediatrica. L'obiettivo di questo studio era di analizzare, nei bambini, l'associazione tra disturbo vocale e aspetti legati alla modalità respiratoria (posizione delle labbra e flusso nasale), in base al genere.

Metodi: Sono stati selezionati 250 bambini, di età compresa tra 6 e 9 anni, che frequentano una scuola pubblica nella città di San Paolo. La raccolta consisteva in campioni di registrazioni audio di eloquio spontaneo. La modalità di respirazione è stata valutata considerando la postura labiale di riposo e il flusso nasale. Tre logopedisti hanno eseguito la valutazione percettiva della qualità della voce, con l'aiuto della scala GIRBAS. I risultati sono stati associati utilizzando il test del chi quadrato (p 0,05). Risultati: Il campione è rappresentato dal 50,4% di femmine e dal 49,6% di maschi. Per quanto riguarda il grado globale di alterazione vocale (G), il 12,8% aveva disturbi della voce. Per quanto concerne la modalità di respirazione il 36,8% presentava alterazioni nella postura delle labbra e il 71,2% del flusso nasale. Non sono state confermate le associazioni tra disturbo vocale e genere (p = 0,96), postura delle labbra (p = 0,38) e flusso nasale (p = 0,18) e tra alterazioni nel flusso nasale e sesso (p = 0,449). L'associazione tra postura labiale e sesso ha rivelato differenze significative a favore dei maschi (p = 0.003). In conclusione: non c'era alcuna differenza statisticamente significativa nell'associazione tra disturbi della voce alla modalità di respirazione (posizione delle labbra e flusso nasale) e appartenenza di genere.

Parole chiave: Voce. Disordini della voce: respirazione, bambino

Tradotto da:

Rev. CEFAC. 2018 Mar-Abr; 20(2):191-200

Cristiane Marangom, Viviani Souza Peruchi, Marta Assumpção de Andrada e Silva, Irene Queiroz Marchesan, Léslie Piccolotto Ferreira.


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